mercoledì 16 luglio 2014

Esopo, "Il contadino, il figlio e l'asino" - Educare Narrando

Comportarsi in funzione dell'approvazione degli altri forse è davvero da sciocchi. Ce lo insegna questa favola di Esopo davvero piena di significato. Un padre, un figlio ed un asinello in viaggio; dapprima il loro comportamento è in funzione delle opinioni dei passanti, poi muta prendendo consapevolezza di un principio fondamentale: vivere, agire, secondo una personale ragionevolezza e non secondo le opinioni altrui è assolutamente giusto, poiché ci sarà sempre chi avrà da ridire o che la vedrà ... diversamente da te!

Ma se per la tua gioia hai bisogno del permesso degli altri sei proprio un idiota!

H. Esse

Di Esopo

C’era una volta un vecchio commerciante di stoffe che aveva un figlio giovane e forte che si chiamava Valeriano. Un giorno, entrambi si misero in viaggio verso Roma per acquistare delle nuove stoffe che provenivano dal lontano Oriente. Partirono una mattina molto presto: il cammino era lungo e faticoso, per questo decisero di portare anche il loro piccolo asinello. La bestiola era giovane ma mansueta: spesso lo portavano con sé per giungere fino al mercato, caricando la sua schiena di pesanti tessuti e stoffe pregiate. Padre e figlio decisero di portare con loro l’asinello in modo che, portati a turno dalla bestiola, potessero alleviare la fatica del percorso.

Mentre il padre veniva portato dall’asinello e il figlio procedeva con i suoi piedi, i passanti, vedendoli, li schernivano: “Ecco!”, dicevano, “un vecchietto moribondo e inutile, mentre risparmia la sua salute, fa ammalare un bel giovinetto!”. Valeriano, sentendo queste parole, diceva ai passanti: ”Mio padre è anziano e io sono giovane e forte; per questo lui è trasportato dall’asino e io cammino a piedi!”. Ma il vecchio padre si vergognò tanto che in un attimo saltò giù e ordinò a suo figlio di salire al suo posto, suo malgrado.


Così, il vecchio padre camminava a piedi e il giovane Valeriano viaggiava comodamente sul dorso dell’asinello. Ma dopo poco, la folla dei viandanti non tardò a borbottare: “Ecco, un giovinetto pigro e sanissimo, mentre indulge alla sua pigrizia, ammazza il padre decrepito!”. Il ragazzo, vinto dalla vergogna, si sentì in colpa e costrinse il padre a salire sull’asino insieme a lui.

Così, venivano portati entrambi dall’unico quadrupede: il borbottio dei passanti e l’indignazione si accresceva, perché un unico piccolo e giovane animale era montato da due persone. “Povera bestiola, quanto peso è costretto a trasportare sulla sua giovane schiena!”. Padre e figlio, sentendo le chiacchiere della gente, si sentirono entrambi in colpa: scesero dall’asinello e decisero di procedere a piedi, liberando così la bestiola da ogni peso. Allora sì che si sentì, dopo poco, lo scherno e il riso di tutti i passanti: “Due asini, mentre ne risparmiano uno, non risparmiano se stessi”.

Allora il padre, stanco di tutti questi discorsi disse saggiamente: “Vedi figlio: nulla è approvato da tutti; ora ritorneremo al nostro vecchio modo di comportarci”.
La favola insegna che le persone intorno a noi, e che non ci conoscono bene, spesso ci giudicano facilmente qualsiasi cosa facciamo o diciamo. Bisogna sempre comportarsi correttamente senza dare troppo ascolto alle critiche degli altri che a volte sono poco costruttive e dannose per noi.

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