domenica 29 novembre 2015

La storia dei segni di punteggiatura: come e quando nascono, come si sviluppano

Da dove nasce quella specie di uncino, messo al termine di una frase, che utilizziamo quando vogliamo porre una domanda?
Lo abbiamo appena usato: è il punto interrogativo  - ? -

Ma non è il solo segno di punteggiatura "curioso" della nostra lingua. Anche il punto esclamativo, ad esempio, ha dei tratti particolari.

Ma come si sviluppano questi segni di punteggiatura? Da quando, nel discorso scritto, gli esser umani hanno iniziato ad usare questi segni, per indicare pause, stupore, per costruire una specie di "partitura" che detta i tempi del respiro e dell'espressione?

Potrebbe essere davvero interessante scoprire che il punto interrogativo, con cui abbiamo aperto questo post, nasce dall'evoluzione della parola latina QUAESTIO (domanda), messa al termine della frase proprio per distinguere un'affermazione da una interrogativa.

A questa e ad altre curiosità è possibile trovare risposta nello stralcio di un libro, in formato PDF, gratuitamente scaricabile, che riportiamo al link in fondo alla pagina.

Si tratta del volume "Prontuario di punteggiatura", di Bice Mortara Garavelli. Le pagine riportate, a cui il link rimanda, vanno da 117 a 134.

Buona lettura!

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giovedì 26 novembre 2015

Racconti per la scuola primaria: specialissimo

I racconti permettono di esprimere valori, idee, concetti, che altrimenti sarebbe molto più difficile comunicare.
Per questo, nella prassi didattica, sono un valido strumento per classi e studenti di tutte le età.

La stessa scienza pedagogica sottolinea quanto l'approccio narrativo sia importantissimo (vedi la pedagogia di Bruner, solo per citare uno tra i più importanti studiosi in materia) per la stessa strutturazione del sé degli alunni (e, in generale, delle persone).

Segnaliamo in questo post, quindi, una risorsa in cui trovare racconti di diversi temi per alunni della scuola primaria.

I racconti sono suddivisi per difficoltà, distribuiti su tutte e 5 le classi della scuola primaria.


lunedì 23 novembre 2015

Le funzioni del "CHE" in una video lezione - Sapiens Sapiens

Nel video che trovate in questo post riportiamo una lezione di italiano sulle funzioni del CHE:

- Pronome esclamativo;

- Pronome interrogativo;

- Aggettivo esclamativo;

- Aggettivo interrogativo;

- Pronome relativo (soggetto e complemento oggetto).

La lezione è utile, in generale, per meglio usare la lingua italiana, sia nell'aspetto produttivo che ricettivo. Nello specifico è anche un valido strumento per comprendere uno degli argomenti più richiesti nelle prove INVALSI al termine del I ciclo di istruzione e per imparare sia lingue classiche (latino e greco) che straniere.

martedì 17 novembre 2015

Alimentazione e bambini: informazioni, guide e disegni a tema.

Piramide alimentare dei bambini: come educarli a tavola

Di Alessandro Battan

Educare un bambino a tavola non è una cosa semplice. A questo proposito, la piramide alimentare dei bambini può essere un valido aiuto. Egli infatti, durante la fase dello svezzamento, deve iniziare ad apprendere nuove abitudini alimentari che non rientrano nel suo comportamento abituale. Questa fase è alquanto delicata in quanto il bambino deve familiarizzare con nuovi sapori, deve prendere contatto con dei cibi solidi, deve imparare ad usare le posate, dato che fino ad allora ha solo utilizzato il biberon per nutrirsi, ed ecco che la mamma deve fare molta attenzione nell’educare il proprio figlio e fare in modo che il cambiamento venga affrontato nella maniera meno traumatica possibile. Per prima cosa è necessario farlo sedere a tavola con noi in modo che capisca qual è il suo posto e che per poter mangiare tra adulti si deve stare seduti composti. Poi apparecchiamo la tavola aggiungendo piatti e posate che siano a portata di bambino, quindi utensili che non siano pericolosi e fatti soprattutto con un materiale come la plastica che permette al bambino di mangiare serenamente senza tagliarsi. Dopo di che bisogna far capire che stare a tavola richiede un certo impegno e che bisogna sì sperimentare, ma ci sono delle regole da rispettare. Ciò non è una cosa immediata anche perché il bambino deve ambientarsi, ma con pazienza e amore bisogna man mano farglielo capire. I cibi più consoni alla sua alimentazione sono cibi delicati, adatti alla sua età e non simili a quelli dei genitori. Essi verranno messi sul suo piattino ed egli, aiutandosi anche con le mani, inizierà a comprenderne il sapore, imparerà a saper usare il cucchiaio o la forchetta e capirà se quel cibo può piacergli o meno. Così facendo il bambino potrà mangiare con i suoi genitori che lo guideranno in questa fase così importante per la sua crescita.

Piramide alimentare dei bambini:  nutrirsi in maniera sana e corretta

Un’alimentazione corretta è alla base di una nutrizione sana. Per questo motivo la piramide alimentare dei bambini può essere una guida per sapersi orientare nell’universo variegato del cibo. Essa non è altro che un modello da seguire che elenca quali alimenti mangiare e con quale frequenza. Ha la forma di una piramide proprio perché alla base sono posizionati i cibi che si consumano più frequentemente, nei livelli intermedi vi sono quei cibi che vanno mangiati con moderazione e verso il vertice vi sono quelli che devono essere consumati di rado. Alla base abbiamo la frutta e la verdura che sono cibi che contengono acqua, vitamine A e C, sali minerali e fibre. La razione giornaliera è di almeno cinque porzioni al giorno. Poi salendo abbiamo i cereali come pane, pasta, patate e riso ricchi di carboidrati, di proteine e fibre dei quali si dovrebbero mangiare dalle quattro alle sei porzioni al giorno. Questi cibi devono essere conditi con dell’olio extra vergine di oliva da usare però solo tre volte al giorno. Infine latte o yogurt contengono molto calcio e si dovrebbero mangiare due volte al giorno. Nella parte centrale vi sono i cibi da mangiare con moderazione ovvero pesce, carne, uova, legumi da consumare preferibilmente tre volte a settimana, mentre uova e insaccati, ricchi di grassi, solo una volta a settimana. Alla sommità troviamo tutti quei cibi da mangiare ogni tanto come patatine, dolci, snack, bibite gassate, troppo ricchi di conservanti o coloranti, e il sale e lo zucchero da utilizzare con parsimonia dosando le giuste quantità ed evitandoli quando è possibile. Se il bambino soffre di particolari allergie o ha delle intolleranze alimentari è consigliato rivolgersi al pediatra che saprà stilare una classifica di cibi più adatti alle sue esigenze.

Alimentazione:  l’importanza della frutta e della verdura
La frutta e la verdura non devono essere affatto sottovalutati. E’ anche vero che non sempre ai bambini piace il loro sapore, ma educarli a nutrirsi con questi cibi può migliorare la loro alimentazione quotidiana ed apportare dei benefici per la loro crescita. Frutta e verdura, rispetto agli altri alimenti, sono ricche di fibre, vitamine e sali minerali e i bambini più assumono queste sostanze nutrienti più vivranno in salute. Esse sono ricche d’acqua, sono un concentrato di energia e sono facilmente digeribili. In particolare la frutta è un’ottima merenda e può sostituire quelle merendine industriali ricche di conservanti e la verdura può costituire un pasto completo da proporre sia a pranzo che a cena. Mangiarli di frequente non è poi così impossibile, basta educare il bambino al loro sapore magari sperimentando delle ricette che lo aiutino a riconoscerne il gusto e ad apprezzarlo.
Questo video vi mostrerà perché è importante mangiare la frutta e la verdura.

Come rendere sfiziosa la merenda dei bambini: nuove idee e ricette

Mangiare sano rispettando le indicazioni della piramide alimentare dei bambini è fondamentale per far sì che essi si nutrano con i cibi giusti. Il consiglio è quello di evitare prodotti confezionati, industriali e cucinare delle ricette (tempo permettendo) che riescano a proporre pietanze nutrienti e gustose in grado di accendere la curiosità del bambino. La merenda ad esempio è un pasto importante della giornata e solitamente si svolge dopo aver finito di fare i compiti. Per riuscire a creare una merenda che sia sfiziosa si possono sperimentare delle ricette nuove o seguire quelle classiche. Ad esempio, le crepes piacciono a tutti e farle è semplicissimo.
Basta avere come ingredienti base:
-2 uova
- 200 ml di latte
-25 gr. di zucchero 
-125 gr. di farina 00
-Un cucchiaio di olio di semi
- Marmellata biologica (gusto a piacere)
Per prima cosa si prende un contenitore e si sbattono con una frusta le uova con lo zucchero e poi si uniscono il latte, un cucchiaio di olio di semi e la farina setacciata. In seguito in un padellino antiaderente si mette dell’olio di semi e lo si lascia riscaldare bene e poi si inizia a versare un mestolo alla volta di composto e la crepe man mano prende la sua forma. A cottura ultimata, si può farcire con della marmellata biologica facendo attenzione a non esagerare con il ripieno.
Un’altra ricetta è quella dei muffin che sono tortine mignon cotte in forno.
Gli ingredienti sono:
-1 uovo
-60 gr. di burro
-250 ml di latte
-250 gr. di farina
-Un pizzico di sale
-3 cucchiaini di lievito per dolci
-125 gr. di zucchero
Per iniziare a lavorare bene gli ingredienti, si sbattono sempre prima le uova in un contenitore alle quali si unisce lo zucchero, poi il burro fuso precedentemente sciolto in un pentolino, la farina setacciata per evitare grumi, tre cucchiaini di lievito per dolci e un pizzico di sale. Dopo aver amalgamato tutti gli ingredienti, bisogna riempire degli stampini per muffin per metà e lasciare che lievitino in forno per 20 minuti circa a 180°.
In questo videosi può vedere come preparare in pochissimo tempo dei pancakes alla banana attenendovi alle istruzioni elencate. Un’idea in più per rendere la merenda un momento unico.
I cibi più golosi e attraenti

Questo genere di cibi non rientrano spesso in quella che è la piramide alimentare dei bambini, ma delle eccezioni si possono fare a patto che rimangano tali. Patatine fritte, hamburger, wurstel, torte con panna, pizza, cioccolato, merendine confezionate sono i cibi che maggiormente soddisfano i gusti dei più piccoli e anche dei più grandi. Solitamente sono controllati dal sistema sanitario internazionale e quindi sicuri, ma la defezione consiste nel contenere delle sostanze, come coloranti, conservanti e additivi che non sono per nulla salutari e genuini. Per questo motivo, mangiarli può rendere felice il bambino, ma l’esagerazione altera il suo metabolismo, provoca l’obesità e una cattiva alimentazione.

Obesità dei bambini: cosa fare per combatterla
L’obesità equivale all’aumento di peso in maniera eccessiva. Questo sovrappeso, per l’appunto, ha diverse cause che risiedono nella maggior parte dei casi nella cattiva alimentazione, nelle errate abitudini alimentari, nella costituzione fisica e nella sedentarietà. In questi casi bisogna immediatamente correre ai ripari e mettere il bambino a dieta. Ciò significa che egli deve essere seguito da un pediatra o da un nutrizionista che valuti la situazione, visiti il bambino e indichi una dieta più consona al suo fisico e al suo metabolismo.In più, il movimento legato allo sport può far perdere peso e far ritornare il bambino al suo peso forma. Questo vuol dire che i cibi grassi verranno ridotti e si cercherà di proporre un’alimentazione sana che il bambino dovrà rispettare alla lettera se vorrà ottenere dei risultati ravvicinati nel tempo, unita allo sport e allo stare all’aria aperta.
In questi sito possiamo approfondire il concetto di obesità e dà indicazioni utili su come poterla affrontare in maniera serena.

L’importanza dell’attività fisica a scuola e nel tempo libero
A partire dai sei anni, da quando il bambino comincia a frequentare la scuola elementare, corre il rischio di svolgere una vita troppo sedentaria ovvero di stare troppo tempo fermo senza praticare alcun tipo di sport o passeggiate all’aria aperta. Le ore trascorse dietro il banco di scuola o quelle trascorse dietro ad un computer o davanti alla televisione permettono di impigrirlo. I rimedi possono essere tanti. Fra questi occorre fargli svolgere dell’attività fisica almeno per sessanta minuti al giorno con un’intensità da moderata a elevata; se si supera questo limite iniziale il bambino ne potrà trarre giovamento ed iniziare a sentirsi meglio. La maggior parte degli esercizi che si possono svolgere sono di tipo aerobico che sono quelli che riescono a sviluppare la loro capacità polmonare e ad incamerare più ossigeno oppure vi sono quelli che rafforzano muscoli e ossa, come il salto o la corsa, che migliorano la resistenza fisica. A partire dai sette, otto anni invece gli sport praticabili sono: l’atletica leggera (marcia, corsa, salti, lanci), nuoto e ginnastica. Esse sono attività complete perché coinvolgono in maniera bilanciata tutti gli apparati. Poi ci sono sport quali la scherma, il tennis o la danza che lavorano in particolare sulla schiena e vengono definiti per questo motivo sport asimmetrici. Dagli otto anni in poi, calcio, pallacanestro, rugby, pallavolo sviluppano lo spirito di squadra, favoriscono il movimento coinvolgendo ampiamente tutto il corpo e garantiscono l’aspetto ludico e piacevole del gioco perché si sta a stretto contatto con i compagni. Invece sport quali il ciclismo, le arti marziali o la ginnastica artistica richiedono la capacità di resistere alla fatica, di sviluppare la propria capacità di concentrazione e di capire cosa significhi il senso di rispetto e responsabilità. Certe attività come l’aerobica, il calcio, la pallavolo e la corsa vengono praticate a scuola nelle ore di educazione fisica che non sono affatto da prendere sottogamba, ma anzi devono essere svolte con accuratezza per favorire il movimento durante le ore di lezione, le altre invece vengono svolte nelle ore libere pomeridiane e sono un modo per far appassionare il bambino allo sport in maniera divertente. Lo sport unito alla piramide alimentare dei bambini permette di avere un corretto e sano stile di vita.

Disegni da stampare e colorare per bambini di cibi e alimenti vari

Qui sotto puoi scaricare il PDF di 30 disegni in bianco e nero di cibi vari, (appositamente selezionati dal web ) per aiutare i bambini a riconoscere frutta e verdura, dolcetti, pastasciutta, formaggio e molto altro per trascorrere piacevoli momenti di gioco e allegria!
SCARICA QUI IL PDF >> (19 MB)


lunedì 16 novembre 2015

ELOGIO DELLA TENEREZZA. E DELLE COCCOLE. Di Alberto Pellai

Un nuovo articolo, interessante e profondo, di Alberto Pellai, sull'importanza delle coccole, del calore affettivo, dell'alfabetismo emotivo. E di quanto gli uomini debbano imparare a buttare giù corazze e ruoli e riappropriarsi del calore "domestico".

Elogio della tenerezza e delle coccole
Incontrando alcune persone, a volte si rimane colpiti per il loro modo freddo e razionale di affrontare tutto. Si tratta di persone altamente funzionali, sempre “sul pezzo”, capaci di risolvere tutti i problemi. Ma quando sei al loro fianco senti come un senso di gelo, una freddezza che congela tutto. Ti viene da parlare solo di lavoro, al massimo ti butti sullo sport o sulla politica. Ma non provi mai a conquistare qualche momento di intimità condivisa. Non discuti mai di figli e famiglia, di amori e fatiche della vita. Succede che queste persone siano per lo più uomini. Noi maschi cresciamo convinti che il nostro valore dipenda da ciò che facciamo. E così spesso ci dimentichiamo di ciò che siamo. Che poi è la cosa che conta di più nella vita.
Qualcuno dice che alla base di tutto questo c’è un analfabetismo emotivo, che gli uomini si tramandano di generazione in generazione. I padri al mattino escono di casa in tutta fretta. Hanno già nella mente gli appuntamenti della giornata. Sanno che devono correre, incontrare persone, gestire mille problemi. Nell’esterno. E così, uscendo di casa, magari nemmeno si accorgono che lì, nell’interno della loro abitazione ci sono una compagna di vita, uno o due figli che li vedono uscire senza sentirsi dire ciao. Senza aver percepito che un pezzettino di quell’uomo che scappa via, vorrebbe invece rimanere dentro casa, godersi il dolce calore degli affetti. Quando un paziente mi porta in studio questo copione, io automaticamente provo dentro di me una grande tenerezza. Sento che questo è il copione di un bambino cresciuto senza coccole. Al fianco di adulti che erano così indaffarati a fare cose nella vita, da non essere riusciti a viverla davvero la vita. Adulti che non hanno potuto sperimentare quella dolce e tenera felicità che ciascuno ha a disposizione quando si lascia andare nelle relazioni e scopre il piacere di sentirsi amato, protetto e al sicuro. Un piacere che deriva soprattutto da gesti concreti, dall’essere, per esempio, abbracciati da qualcuno a cui batte il cuore per la gioia di questo gesto così pieno di contatto, di verità, di integrità.
Nel mio libro per bambini “Gustavo senza coccole” racconto proprio la storia di uno di questi bambini. E’ figlio di un re e di una regina. E’ circondato da cose belle, mille giocattoli, ha il campo da calcio e la piscina nel suo immenso parco. Ma non c’è nessuno che abbia il tempo di fargli un coccolino o un grattino sulla schiena, semplicemente per fargli capire che lui c’è, che lui è, che i suoi bisogni profondi di affetto e rassicurazione sono visti e sentiti da qualcuno che sa prendersene cura. 
Il libro Gustavo senza coccole comincia così:
Si può diventare grandi senza ricevere le coccole? Senza sentire il piacere di un grattino sulla pelle, il brivido di bacini e morsichini sulle guance e sulla schiena? Senza essere chiamati con un milione di parole che vengono utilizzate al posto del tuo nome? Ovvero, se ti chiami Alberto, come me che scrivo questa storia, potrai mai diventare un Alberto scrittore se quando sei bambino ti senti chiamare sempre e solo Alberto e mai nemmeno una volta con un soprannome come: tesoro, pulcino, topolino, amore della mamma, amore del papà, pasticcino, babà? La lista come puoi ben immaginare potrebbe proseguire all’infinito e includere centinaia di cuccioli di animale, di dolcetti e cibi speciali. Insomma noi, qui, oggi ci interroghiamo su una questione di fondo e cerchiamo risposta a una domanda che vale più di un milione di dollari: si può diventare grandi senza sapere cosa sono il sapore, l’odore e il suono delle coccole?
Ecco la domanda che rilancio a voi oggi: si può diventare grandi senza sapere cosa sono il sapore, l’odore e il suono delle coccole? E che cosa succede a chi diventa grande inseguendo le azioni della vita, senza mai conoscerne le emozioni profonde, quelle che rendono reale e concreto il nostro bisogno di amare ed essere amati? E infine: perché proprio a noi uomini questo linguaggio viene negato? 
Leggete e condividete, soprattutto con gli uomini che nel loro percorso di vita sembrano aver perso il codice della tenerezza, la dimensione che aggiunge colore alla nostra esistenza.


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venerdì 13 novembre 2015

L'Età Giolittiana: videolezione con diapositive

Videolezione di 33 minuti circa realizzata per alunni di scuola secondaria di I o II grado.

Ecco in breve i contenuti trattati:

- L'Età Giolittiana: periodizzazione;
- La politica interna di Giolitti: il suo atteggiamento verso la classe operaia; protezionismo e statizzazione delle ferrovie; legislazione sociale; la politica per il mezzogiorno; 
- Il suffragio universale maschile;
- La politica estera coloniale: la conquista della Libia.


- Approfondimento - Box 1: cos'è il Protezionismo;
- Approfondimento - Box 2: cosa si intende per politica clientelare;



mercoledì 11 novembre 2015

13 novembre - Giornata Mondiale della Gentilezza. Materiali per la scuola ... e non solo


Risale ad una conferenza del 1997 a Tokio la circostanza in cui fu lanciata la "Giornata mondiale della gentilezza", che fu introdotta in Italia nel 2000.

Cristina Milani, fondatrice della onlus Gentletude e vicepresidente del "Movimento mondiale per la gentilezza", propone un decalogo della gentilezza, la  cui lettura fa bene a chiunque e a cui si possono sensibilizzare gli alunni a scuola.

In fondo alla pagina un link rimanda al "Movimento italiano per la gentilezza", che nasce per promuovere e sensibilizzare alla getilezza.

IL DECALOGO.
 Il Movimento ha redatto un decalogo di regole per essere gentili.  

1. Alzati ogni mattina col sorriso sulle labbra, ritenendoti fortunato per il fatto che vivi e puoi dare il tuo contributo alla vita nel mondo.
2. Impara ad ammirare le bellezze della natura in tutte le sue forme, apprezzando l'importanza in un ambiente pulito e favorevole all'uomo.  
3. Impara ad apprezzare anche la cultura e l’arte che sono aspetti evoluti dell'umanità e la possono aiutare a crescere.  
4. Rispetta con convinzione profonda le regole che la società si è data, perché rappresentano la guida indispensabile per una serena convivenza.  
5. Se noti incongruenze o dei difetti nella società, evita atteggiamenti disfattisti, ma impegnati per dare il tuo apporto al suo miglioramento.  
6. Guardati intorno: anche nel piccolo orizzonte della tua quotidianità, c’è sempre qualcuno che tu puoi aiutare.  
7. Opera soprattutto a favore di coloro che non lo chiedono, perché spesso hanno più bisogno di altri. 
8. Non pretendere ricompense per quello che offri agli altri e trova in te stesso la gioia di aver ben agito.  
9. Cerca di trasmettere lo spirito della gentilezza intorno a te, così da coinvolgere sempre più persone in un progetto comune di perfezionamento della nostra natura di uomini.  
10. Trova la forza e l'entusiasmo per proseguire sul cammino della gentilezza, anche considerando che essa può produrre in te un importante benessere psicofisico. 

Giornata mondiale della gentilezza: una lettura
13 novembre

Quando Gandhi studiava diritto all’università di Londra aveva un professore, Peters, che non lo sopportava; Gandhi, però, non era il tipo da lasciarsi intimidire. Un giorno il professore stava mangiando alla mensa comune e Gandhi gli si sedette accanto. Il professore disse: – Signor Gandhi, lei sa che un maiale e un uccello non possono mangiare insieme? – Ha ragione,  Prof, sto volando via…rispose Gandhi, che andò a sedersi a un altro tavolo. 
Il professore, profondamente infastidito, decise di vendicarsi all’esame successivo, ma Gandhi rispose brillantemente a tutte le domande. Allora decise di porgli una questione per metterlo in difficoltà: – Signor Gandhi, immagini di stare per strada e di notare una borsa; la apre e vi trova la saggezza e molto denaro. Quale delle due cose tiene per sé? – Certamente il denaro, Professore – Ah! Io invece al posto suo avrei certamente scelto la saggezza. – Lei ha ragione Prof, in fondo, ciascuno sceglie quel che non ha! Il professore, furioso, scrisse sul libretto la parola IDIOTA e glielo restituì facendolo allontanare. Gandhi lesse il risultato della prova e tornò subito indietro. – Professore, Lei ha firmato l’esame ma si è dimenticato di mettere il voto! 
Qualcuno è ancora convinto sia segno di debolezza, ma con la gentilezza si puo’ scuotere il mondo!

“Io non conosco nessun altro segno di superiorità nell’uomo che quello di essere gentile”

L.Van Beethoven

Sito con materiali, iniziative, attività di sensibilizzazione. 

Lettura per la scuola primaria

martedì 10 novembre 2015

Disegni e arti grafiche, per la scuola e non solo!

La pagina racchiude una serie di risorse che hanno a che fare con il disegno per fini didattici (per la scuola dell'infanzia, primaria etc). Si tratta di materiali da scaricare gratuitamente. 

In corrispondenza di ogni link c'è la spiegazione di ciò che troverete nella pagina corrispondente.

Nella speranza che le risorse qui proposte vi siano utili, vi auguriamo buon lavoro! :)

Si tratta di disegni realizzati prevalentemente con un segno di colore nero grosso per definire meglio il tratto e la forma, che servono ai bambini per creare delle aree interne ben definite, così che possano colorare con i pennarelli cercando di seguirne più precisamente le forme senza uscire dai contorni.

Giochi per bambini e disegni da stampare
Disegni da scaricare, stampare, colorare, da usare a scuola o nel gioco. Tutto ciò che ruota intorno al mondo della fantasia e del disegno da stampare e colorare è sicuramente un ottimo sistema di coinvolgimento per tutti i bambini della primaria e della materna.

Materiale grafico-pittorico, libri illustrati per bambini ... da scaricare gratis.
Nel post segnaliamo molti link da cui scaricare libri per bambini, disegni da colorare, materiali didattici per la scuola primaria e dell'infanzia che ha a che fare con il disegno, le illustrazioni, la "graficità".

Come creare libri per bambini
Quale bambino non si ritroverebbe nella storia di pinocchio? Oppure in quella di Cappuccetto rosso ? Sono immortali.

Come stimolare i bambini attraverso il disegno
Durante la formazione e la crescita di un bambino, avvengono svariati cambiamenti e ci sono approcci verso nuove attività o giochi, e la capacità di relazionarsi con gli altri coetanei tende a svilupparsi creando una maggiore autostima.

Alimentazione e bambini: informazioni, guide e disegni a tema.
Educare un bambino a tavola non è cosa semplice. A questo proposto, la priamide alimentare dei bambini può essere un valido aiuto.

venerdì 6 novembre 2015

Massimo Recalcati: "Amare chi impara" - Un articolo di Elena Ruzza

Articolo della dott.ssa Elena Ruzza - Insegnante
“Amare chi impara”.
Massimo Recalcati 
Giornata di studio rivolta agli insegnanti
E’ un sabato mattina a Pavia e ad ascoltare le parole di Massimo Recalcati, noto psicoanalista e autore di numerosi testi, c’è un pubblico di maestre, professori, ma anche qualcuno non addetto ai  lavori nel mondo della scuola.
Si tratta di un pubblico motivato e ‘pronto a combattere’, ma questa lezione ascoltata nella sala del camino del Broletto destabilizza e disorienta. 
Reinventa e ridisegna la scuola e i suoi soggetti principali.
Recalcati non aggiunge nulla rispetto a quanto ognuno sa sull’argomento scuola ed educazione, ma ha il grande pregio di rendere consapevoli  di quello che l’insegnante è, o ha smesso di essere e potrebbe cominciare a pensare di diventare, dopo aver riflettuto sulle tematiche affrontate nel suo discorso a commento del libro “L’ora di lezione. Per un’erotica dell’insegnamento”.
L’argomento principale  è infatti "come ci salva dall’usura dell’insegnamento?" Come si può abitare la ripetizione di una scena che continuamente si ripete?
La risposta che viene data da Recalcati  è ‘ricominciare’. Saper ricominciare trovando la forza soggettiva, ogni volta, di ripartire dal principio.
Questa soluzione scatena quasi indispettita la domanda: “Come può lo stesso Insegnante ricominciare di nuovo ogni volta?”

Le armi sono due: la parola e l’amore.

Ogni volta, attraverso la parola, l’insegnante spiega quello che sa. Ed ogni volta sono proprio le parole della sua lezione che hanno il potere di essere nuove, di trasformarsi in un sapere univoco, ma mai uguale.
Diceva Gentile: “ho fatto una buona lezione solo se alla fine ho imparato anche io qualcosa”.

Un insegnante quando spiega si diverte ed è capace di improvvisare tanto quanto sa rimanere ancorato al contenuto della sua disciplina.

 Questa pratica è certamente rischiosa se si pensa alla possibilità di poter perdere il filo di un discorso oggettivo, ma è la sola capace di attraversare di nuovo le parole di una lezione altrimenti sempre uguale a se stessa.

Amore
Recalcati parla di una dimensione erotica del sapere. L’amore e la passione per il sapere sono paragonabili all’amore erotico per un corpo. Il desiderio, l’odore della carne, il profumo dei capelli sono le stesse concrete sensazioni da provare nel rapporto con la disciplina che si insegna. Per insegnare bene dunque bisogna amare la propria materia. Se un insegnante ha questo rapporto erotico con ciò che insegna, trasforma l’allievo da recipiente ad amante, viene acceso, messo in movimento.

Recalcati sostiene poi l’importanza di “preservare il giusto posto dell’impossibile”, l’unico capace di “erotizzare” il sapere.  Chi insegna si occupa di vite di persone a cui non si deve trasmettere, chiarire, inculcare, riempire ma far provare quel piacere, davvero erotico, che mette in atto il sangue, la carne e i peli che si rizzano per quello che accade, quando un bravo maestro, insegnante, ma anche genitore, riesce a procurare emozioni a chi gli sta di fronte.

 E allora è indispensabile lo stile. Lo spiega a chiare lettere: Ogni insegnante insegna a partire da uno stile che lo contraddistingue. Non si tratta di tecnica né di metodo”.

Quest’immagine di scuola è lontana da quella reale perché la scuola per la quale si prova passione e desiderio, quasi carnale, attraverso la descrizione di Recalcati, è una scuola che apre alle possibilità, perché chi impara possa, innanzitutto, essere messo nella disposizione di imparare ad imparare. E chi ha la pretesa di insegnare è nella stessa condizione. Si tratta di un sapere che si fa e non si soddisfa mai. E’ in continuo divenire. Non è così l’amore?

Nel percorso tracciato da Recalcati, tutti, docenti e discenti, genitori e figli, ognuno nella propria specificità, vive la possibilità di cadere, crollare, sbattere. Perdere. Perché quando ci si mette in gioco, specie nell’arte di educare, bisogna inciampare per accorgersi come “l’inciampo, il fallimento” rendono possibile la ricerca della verità.

 Ed ecco, quindi, l’importanza dell’ora di lezione. E’ “quello che resta della Scuola (con la lettera maiuscola, di contro ad una realtà sempre più sminuita), nel tempo della sua evaporazione”.

L’autore sottolinea anche il gravoso compito della scuola “a esercitare sempre più la funzione di supplenti di un discorso educativo che sembra non aver più sostegno né nelle famiglie né nelle istituzioni”, e che ha reso la stessa “un tribunale morale che deve sentenziare sui destini dei giovani”, che “pare più simile a quello che Pasolini ha definito ‘il nuovo fascismo della società dei consumi’”.

 Una scuola che umanizza non prevede la figura dell’insegnante padrone, giudice o che si riconosce il cattivo ruolo di chi deve cambiare. Piuttosto, si tratta di uno stile che deve mostrare, a chi si ha di fronte, un modello non da imitare, ma da mettere sempre in discussione, per provare davvero quell’erotismo, inteso come possibilità di “trasformare gli oggetti del sapere in oggetti del desiderio, in corpi erotici”: l’emozione veicolata dall’insegnante, mediante la spiegazione di un testo poetico, che non fa dormire l’alunno; una pagina di storia che ha suscitato forti preoccupazioni (anche queste sono emozioni) nella studentessa di fronte; il pianto che può suscitare l’emozione per una bella pagina di letteratura. Di questo erotismo ha bisogno l’insegnante, lo studente, il dirigente, ma anche il bidello, la madre, il padre.

Questo genera il vuoto, l’apertura di “buchi nel discorso già costituito, fa spazio, apre le finestre, le porte, gli occhi, le orecchie, il corpo”. Un mondo in cui si realizza quel “transfert”, dove anche un libro può diventare “corpo erotico” e un’ora di lezione “può cambiare una vita, imprimere al destino un’altra direzione”.  Nella certezza e consapevolezza che non è del contenuto del sapere che ci si deve preoccupare, ma della “trasmissione dell’amore per il sapere”, per la quale non esistono scuole, maestri o università specifiche ma, secondo “l’erotica dell’insegnamento”, parola e amore.

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